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lunedì 21 novembre 2011

Un pò di terra d'oltremare

In questo breve articolo vorrei scrivere un pò di Egitto, ma non di certo un Egitto fatto di piramidi e faraoni di Giza o di luci e spiagge di Sharm El Sheikh ma de Il Cairo, aashwa'i e di ...

Nel campo urbanistico-architettonico egiziano, ed in particolare de Il Cairo, quasi la metà della superficie totale degli edifici residenziali privati (46,1%) sono stati costruiti e acquistati su terreni agricoli dove non vi erano piani di suddivisione e dove i permessi di costruzione non erano stati dati. Per questi insediamenti informali su ex terreni agricoli non si può parlare di un' ‘invasione sulla città’, in quanto agli inizi degli anni ’60 tali aree erano zone agricole ai magini della città ‘formale’, ma di ‘illegalità’ si, a causa della suddivisione di terreni edificabili senza permesso.
L’altra metà della superficie totale degli edifici residenziali privati (46,1%) sono aree informali su terreno vacante dello Stato. Questa tipologia di edifici nel tempo ha avuto uno sviluppo informale e illegale in quanto privi di permessi di carta legale. In ogni caso i coloni versano un’affitto simbolico (‘tahkir’) al Dipartimento del Governatorato di Amlak o una tassa di proprietà (‘awayyid’).
Un’altra tipologia di edifici informali è situata nella zona della città storica (4%) de Il Cairo, quest'ultima  presente prima delle espansioni del 1860. Qui si trovano le zone più deteriorate e affollate del tessuto urbano medievale come Darb el Ahmar e El Gamalia, ecc. Sono inclusi gli storici ‘borghi’ come Qait Bey e El Tonsa (contrariamente all’esagerazione giornalistica-mediatica, il fenomeno dell'occupazione nelle tombe come ad El’arafa, La città dei morti, è un fenomeno estremamente raro ad Il Cairo).
Una tipologia in minoranza (poco superiore l'1%) de Il Cairo di edifici informali è situata tra le tasche urbane deteriorate della città, in particolare quelle sviluppate intorno agli inizi del XX  secolo. Zone come Masr el Qadima, Hekr Sakakini in El  Wali e Teraael Towfiqia in Mataria.
In fine una curiosità, il termine aashwa’i è l’unico termine utilizzato ufficialmente per indicare delle aree urbanizzate  pianificate illegalmente e costruite in maniera degradata. Le aree aashwa’i non sono necessariamente delle baraccopoli pur essendo aree informali-illegali, con elevati livelli di sovraffollameno, scarsa accessibilità ad infrastrutture e servizi pubblici, mentre il termine baladi è usato soprattutto per descrivere le aree di residenze di abitanti poveri. 1.  
Fonte:
1.  Sims David, Understanding Slums: Case Studies For The Global Report On Human Settlements - Urban Slums Reports: The Case of Cairo, Egypt-, 2003, pp.04-07.